Dopo i piatti biodegradabili, per il mercato dell’usa e getta è tempo di dare il benvenuto alle bio-posate commestibili. L’idea arriva dall’India, dove l’enorme spreco di stoviglie in plastica ha spinto Narayana Peesapaty a creare un’alternativa sostenibile.
Il mondo del monouso sta, volente o nolente, iniziando a pianificare strategie di riduzione dell’impatto ambientale. Se è vero da un lato che piatti, posate e bicchieri di plastica possono essere riciclati, lo è anche dall’altro che un recupero al 100% delle plastiche che compongono questi oggetti non è sempre possibile o attuabile. Il destino è la termovalorizzazione (della parte non riciclabile dei polimeri) o, là dove mancano in assoluto impianti per il polipropilene e il polistirene, la discarica.
Peesapaty ha cercato di risolavere il problema creando quello che forse a molti non sembrerà una grande novità (ma che lo è di certo per il suo paese): bio-posate commestibili realizzate a partire da miglio, riso e sorgo. Ex ricercatore dell’ICRISAT, il chimico indiano ha già venduto un milione e mezzo di cucchiai edibili tramite la sua società, la Bakeys. Gli ingredienti usati per produrli sono semplici farine e acqua, a cui possono essere aggiunti una serie di aromi, sale o zucchero. Dopo l’uso le posate possono essere mangiate o utilizzate per il compost. “Le si può mangiare oppure le si può usare per il compost, si decompongono in quattro-cinque giorni”, spiega Peesapaty.
“L’energia che serve per produrre un utensile in plastica, la impieghiamo per fabbricare 100 cucchiai a base di farina di sorgo”, si legge su la pagina Kickstarter del progetto. “[…] I nostri costi energetici sono ridotti al minimo attraverso un processo semi-automatico che riduce sprechi e massimizza l’efficienza. Il nostro basso consumo di acqua per la produzione di ciascun cucchiaio (meno del 2% del peso per posata), permette ai nostri cucchiai di mantenersi in perfette condizioni fino a 2 anni”.
Fonte http://www.rinnovabili.it/riciclo/bio-posate-puoi-mangiarle-666/
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