La plenaria del Parlamento europeo, davanti al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, ha ratificato l’accordo di Parigi sul clima con 610 voti a favore, 38 contrari e 31 astenuti. Una maggioranza larghissima ha dato il suo consenso, ora bisognerà adottare una procedura d’urgenza da parte del Consiglio Ue e di ciascun Stato membro. Finora, gli Stati che hanno completato l’iter sono sette: Francia, Ungheria, Austria, Slovacchia, Germania, Malta e Portogallo. La ministra francese Segolene Royal, presidente della Cop 21, ha sottolineato che “venerdì 7 ottobre i sette paesi europei che hanno già ratificato l’accordo” depositeranno i documenti all’ Onu e con questo atto “l’accordo entrerà definitivamente in vigore” permettendo di superare la soglia del 55% delle emissioni mondiali.
Gli altri 21 paesi seguiranno quando saranno pronti e se avranno completato la ratifica entro un mese, parteciperanno alla prima “conferenza delle parti” per l’attuazione dell’Accordo, a Marrakech, in Marocco, contestualmente alla prossima conferenza Onu sul cambiamento climatico (la Cop 22, dal 7 al 18 novembre). Per Ban Ki-moon siamo davanti ad un passo storico e dichiara grande “apprezzamento per il ruolo guida della Ue nella lotta al cambiamento climatico” e per il fatto che “i vostri paesi hanno riconosciuto l’importanza della minaccia e si sono mostrati pronti a cogliere le opportunità dei cambiamenti per l’economia che porteranno a società più sane”. Ban ha sottolineato che “in questa settimana anche l’India ha ratificato”, che “ad oggi sono 62 i paesi che fanno parte dell’accordo” al quale “Cina e Stati Uniti hanno dato l’appoggio già durante la Cop 21″, aggiungendo di congratularsi “con la visione di questi governi”. Il voto del Parlamento di oggi, ha concluso, “dà la possibilità di fare un passo storico”.
L’Ue, inoltre, ha fortemente voluto l’accordo di Parigi, e ha già messo in cantiere – con le proposte della Commissione nel luglio scorso – una nuova legislazione per la riduzione obbligatoria delle proprie emissioni almeno del 40% nel 2030 rispetto al 1990. Sergio Andreis, direttore esecutivo di Kyoto Club ha dichiarato: “Non c’è tempo da perdere: invitiamo il Governo a tenere conto dell’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi già con la prossima Legge di stabilità, che dovrebbe contenere proposte ambiziose, utili anche per la crescita del sistema Paese, a sostegno delle energie rinnovabili e la sostituzione dei combustibili fossili, per l’efficienza energetica, l’economia circolare e la mobilità sostenibile. Oltre che per il recupero dei ritardi negli impegni italiani per il Green Climate Fund”, ha concluso Andreis.
Ad oggi 62 parti, pari solo al 51,89% delle emissioni globali, avevano formalmente depositato gli strumenti di ratifica. Ora, grazie alla rapidità con cui l’Ue è riuscita a decidere, l’Accordo entrerà in vigore in tempo per la nuova conferenza sul clima di Marrakech. E gli europei vi parteciperanno da protagonisti. Jean Claude Juncker, ha dichiarato “Oggi l’Unione europea ha trasformato le ambizioni sul clima in azione per il clima. L’accordo di Parigi è il primo di questo tipo e non sarebbe stato possibile senza l’Unione europea. Oggi abbiamo continuato a dimostrare leadership e dato prova che, insieme, l’Unione europea porta risultati concreti”.
FONTE: http://www.tekneco.it/ambiente/leuroparlamento-ratifica-laccordo-sul-clima/
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