«L’aumento del numero di specie aliene non mostra alcun segno di saturazione a livello globale», a dirlo è lo studio “No saturation in the accumulation of alien species worldwide”, a firma di Hanno Seebens, del Senckenberg (Biodiversität und KLima Forschunsgzentrums BiK-F!), Tim M. Blackburn (University College London) e Franz Essl (Universität Wien e Stellenbosch University). Come spiega sulla sua pagina Facebook Piero Genovesi dell’Ispra, «Lo studio pubblicato da Nature Communications – realizzato da un team di 45 ricercatori mondiali di cui ho fatto parte, coordinato dal collega Hanno Seebens – che ha analizzato il più grande dataset di specie aliene mai compilato, mostrando come i tassi di invasione rimangono elevatissimi in tutti i gruppi tassonomici e in tutte le regioni del mondo, senza che si evidenzi in generale alcun effetto di saturazione. Nei mammiferi si evidenzia un rallentamento nei tassi di incremento delle invasioni, che avevano raggiunto un picco negli anni ’50. Questo potrebbe essere legato a un aumento della consapevolezza circa i rischi dei rilasci di mammiferi alloctoni a scala globale. I dati analizzati comprendono quelli contenuti nel Global Register of Introduced and Invasive Species, realizzato dall’Iucn Invasive Species Specialist Group e ospitato da Ispra».
Il team internazionale di ricercatori ha scoperto che «Nel corso degli ultimi secoli, il numero di nuove introduzioni è continuamente aumentato in tutto il mondo, con più di un terzo di tutte le prime introduzioni registrate tra il 1970 e il 2014. Anche se i singoli trend differiscono tra i gruppi tassonomici, l’aumento in corso del numero di specie aliene è ancora visibile per tutti i gruppi di organismi».
Anche se era noto che il numero di specie esotiche fosse aumentato negli ultimi decenni, non era chiaro se l’accumulo di specie esotiche avesse già raggiunto un punto di rallentamento. Seebens ora dice che «Per tutti i gruppi di organismi in tutti i continenti, il numero di specie esotiche è aumentato costantemente nel corso degli ultimi 200 anni. Per la maggior parte dei gruppi, il tasso di introduzione è anche più alto di recente. Eccetto mammiferi e pesci, non ci sono segni di un rallentamento e dobbiamo aspettarci ulteriori nuove invasioni nel prossimo futuro».
Una conclusione che arriva alla fine di un grande lavoro che ha visto la collaborazione di scienziati di tutto il mondo che hanno realizzato il dataset delle specie aliene registrate in una regione al di fuori del loro areale originario. Utilizzando più di 45.000 di questi primi dati riguardanti oltre 16.000 specie aliene, i ricercatori hanno analizzato lo sviluppo dell’accumulo delle specie aliene negli ultimi secoli, scoprendo che il 37% di tutte le specie aliene registrate sono state introdotte di recente: tra il 1970 e il 2014.
All’apice dell’invasione, in un anno sono state registrate 585 nuove specie aliene, cioè 1,5 nuove specie invasive al giorno a livello globale.
Essl, che lavora anche per il dipartimento di botanica e ricerca sulla biodiversità dell’Universität Wien e per l’ Institut für Chemie und Biologie des Meeres della Carl von Ossietzky Universität di Oldenburg, sottolinea: «Visto che la data del primo dato non è disponibile per la maggior parte delle specie aliene, questi numeri sottovalutano chiaramente la piena portata delle introduzioni di specie aliene».
I trend di crescita variano tra i gruppi tassonomici, il che può essere attribuito alle attività umane: «Nel XIX secolo abbiamo osservato un netto aumento dei livelli dei primi dati per le piante vascolari, probabilmente a causa della intensificazione dell’orticoltura – spiega ancora Seebens – I tassi delle nuove introduzioni di altri organismi come le alghe, molluschi o insetti sono aumentati vertiginosamente dopo il 1950. Questo è probabilmente una conseguenza della globalizzazione del commercio in corso».
I ricercatori fanno noatare che «L’aumento senza precedenti del numero di specie esotiche può portare ad un aumento della ricchezza regionale di specie», ma questo ha molti effetti negativi sugli ecosistemi nativi e porta all’omogeneizzazione globale delle flore e delle faune e all’estinzione globale del biota autoctono. Per mitigare l’introduzione di nuove specie aliene sono state approvate diverse leggi e trattati a livello nazionale e internazionale, «Tuttavia i nostri risultati dimostrano che gli sforzi del passato non sono stati sufficientemente efficaci per tenere il passo con la globalizzazione in corso – conculde Essl. – C’è un urgente bisogno di attuare politiche di prevenzione più efficaci a tutti i livelli»
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