Il Worldwatch Institute ha presentato il suo nuovo libro “EarthEd (State of the World) – Rethinking Education on a Changing Planet”, 392 pagine, 30 foto e 30 illustrazioni per proporre una rivoluzione ambientale per l’educazione mondiale.
Il Worldwatch Institute dice che «L’Earth education è tradizionalmente limitata a specifici temi: ecologismo, educazione all’aperto, scienze ambientali. Ma nel prossimo secolo,sulla strada per essere il più caldo nella storia umana, ogni aspetto della vita umana sarà influenzato dal nostro pianeta che cambia. Le malattie emergenti, la carenza di cibo, la siccità e le città stressate sono solo alcune delle sfide senza precedenti che gli studenti di oggi dovranno affrontare. Come prepariamo 9,5 miliardi di persone per la vita nell’Antropocene, a prosperare in questo futuro inesplorato e più caotico?»
Le risposte contenute in “EarthEd”, l’ultimo volume di State of the World sono state elaborate da università, scuole di infanzia, professionali e addirittura prigioni di tutto il mondo e da un team di esperti di educazione scolastica che condivide approcci innovativi all’insegnamento e all’apprendimento nella nuova era verso la quale è già incamminata l’umanità. Gli argomenti comprendono il pensiero sistemico per i bambini; l’importanza del gioco nell’istruzione precoce; l’apprendimento emotivo sociale; l’educazione sessuale completa; la conoscenza indigena; il business sostenibile; la formazione medica per curare tutta la persona; la legge didattica nell’antropocene e altro ancora.
Secondo il Worldwatch Institute, «EarthEd affronta l’istruzione a tutti i livelli di sviluppo, da quello prescolare a quello professionale. Le sue lezioni possono informare gli insegnanti, i responsabili politici, gli amministratori delle scuole, i leader della comunità, i genitori e gli studenti. E la sua visione ispirerà chiunque voglia preparare gli studenti non solo alle tempeste che hanno di fronte, ma anche a diventare la prossima generazione di leader della sostenibilità».
Commentando la pubblicazione, Richard Louv, autore di “Last Child in the Woods”, “The Nature Principle”, e “Vitamin N”, ha detto: «Nel nostro tempo condiviso sulla Terra dobbiamo creare una nuova educazione terrestre. Dobbiamo aiutare le generazioni future ad apprendere le competenze necessarie per sopravvivere ai rapidi cambiamenti futuri, incluse la leadership morale e la risoluzione dei conflitti, e provocare una profonda connessione con altre specie, così come con la nostra. Questo libro, e l’Earth Education che definisce e illumina, punta verso quel nuovo percorso».
Secondo Zenobia Barlow, direttrice esecutiva del Center for Ecoliteracy, «Tempi pericolosi richiedono un’istruzione intelligente, speranzosa e vitale, fondata sulla profonda comprensione di come funziona il mondo e il nostro posto in esso. EarthEd è la ragione che prende il cuore, ricordandoci che possiamo imparare dagli educatori in tutto il mondo che stanno progettando con la saggezza tradizionale, con le nuove scoperte sull’apprendimento e strategie innovative per preparare e ispirare gli studenti a diventare protagonisti efficaci nel nostro mondo in evoluzione».
Per David W. Orr, Paul professore emerito dell’Oberlin College, «Gli autori di questo volume sono tra i leader all’avanguardia nell’educazione ambientale: le storie, la ricerca e l’intuizioni che seguiranno ispireranno gli esempi, i modelli, la dedizione pura e la perseveranza».
Il giornale spagnolo El Diario ha intervistato Erik Assadourian, un ricercatore che coordina il progetto globale sull’educazione del Worldwatch Institute che ha spigato che «La cosa più importante è l’educazione alla sostenibilità e alla resilienza. I bambini devono costruire un futuro sostenibile e devono essere preparati ed essere leader in un’epoca di cris, aiutare le loro comunità durante i cambiamenti economici o i disastri naturali, come quel che sta succedendo a Puerto Rico. Devono sapere come far fronte alla siccità o ai conflitti che avvengono in aree con un clima estremo. Per questo devono avere conoscenze scientifiche, una situazione che negli Usa è molto complicata perché molti padri e professori professano il negazionismo climatico. Devono anche acquisire abilità sociali ed emotive, conoscere l’esterno, avere conoscenze di ecologia e sapere devono essere responsabili della cura del pianeta. Ci sono molti elementi interconnessi, non è solo una struttura educativa olistica come l’attuale, con modelli centrati sull’alfabetizzazione e il mercato del lavorio. Inoltre, ultimamente le cose stanno peggiorando perche creano studenti che sono buoni consumatori. C’è molta attività commerciale nell’educazione».
Secondo Assadourian per educare alla sostenibilità non bastano più le tre R (riciclare, riutilizzare e ridurre), «Abbiamo bisogno di nuove R. Ora stesso me ne vengono in mente quattro: ripensare, riconnettere, resistere e ricostruire. Dobbiamo resistere all’influenza delle imprese nella scuola, il negazionismo climatico è un pensiero continuo in un economia in crescita. Ovviamente questo modello di consumo non funziona, dovremo ricostruire qualcosa di nuovo».
Ma bambini e ragazzi sono assediati da fast food, merendine e bevande analcoliche, come si può educarli a consumare in maniera sostenibile? Assadourian ammette che «La situazione è molto critica. In un capitolo del libro parliamo della commercializzazione dell’infanzia nelle scuole. L’autore descrive una situazione che ngli Usa è conosciuta come la “Mac-Teacher night”. Dato che le scuole sono cronicamente prive di fondi e, centri pubblici compresi, sono ansiose di ricevere fondi privati, McDonalds sfrutta questa situazione con l’organizzazione di eventi nei quali i professori arrivano a mettersi l’uniforme della compagnia di fast food. Quando qualcuno che è un esempio da seguire [per gli studenti], si mette una determinata uniforme aiuta a rendere normale il fatto che questi negozi vendano cibo poco salutare. A Los Angeles si sta trattando di abolire queste pratiche. Però i danni sono già fatti. Dobbiamo riadattare l’educazione e riorientarla verso la direzione corretta. Negli Usa ci sono compagnie che arrivano a pagare i materiali che si portano in classe, una compagnia petrolifera può ottenere che la sua prospettiva sul cambiamento climatico ven ga introdotta nelle classi».
El Diario chiede ad Assadourian perché, se l’obesità infantile è una delle attuali preoccupazioni delle amministrazioni pubbliche si permettono situazioni simili e il fri cercatore conclude: «E’ corruzione. Perché queste azioni che noi chiamiamo influenza corporativa servano a riciclare la corruzione. Queste imprese hanno molto potere, sono forti lobby e hanno strategie di marketing. Questo rende normale per i bambini mangiare al McDonalds una o due volte alla settimana. I minori vedono questo marchio ogni giorno e queste aziende spingono per impedire ai membri del governo di regolamentarle meglio. Di recente sono stati pubblicati alcuni studi sulla Nestlé che hanno spiegato che il livello di obesità è cresciuto da quando i suoi venditori passano da porta a porta nelle città remote del Brasile, o in altri luoghi dell’America Latina. Così le diete indigene e tradizionali, basate su alimenti sani, sono state sostituite da bevande zuccherate, alimenti confezionati e dolci. Attualmente, questa alimentazione processata è la nostra dieta e serve a molta gente a guadagnare un sacco di soldi».
FONTE: http://www.greenreport.it/news/economia-ecologica/ripensare-leducazione-un-pianeta-cambia-earthed-state-of-the-world/