Secondo il rapporto, i fattori che fanno arricchire gli azionisti e i CEO e impoveriscono i lavoratori sono: l'erosione dei diritti dei lavoratori, l'influenza eccessiva esercitata dalle grandi imprese sulle politiche pubbliche e la costante volontà delle imprese di ridurre i costi al minimo per massimizzare i dividendi degli azionisti. Dal rapporto emerge inoltre che i 2/3 della ricchezza dei più facoltosi miliardari del mondo non è frutto del loro lavoro ma o è ereditato oppure frutto di sfruttamento e rendita monopolistica, ovvero il risultato di rapporti clientelari.
Al momento se ne contano 2.043, di cui 9 su 10 sono uomini.
Le donne lavoratrici sono le più sfruttate. In base a nuovi dati forniti da Credit Suisse, attualmente 42 persone possiedono la stessa ricchezza dei 3,7 miliardi di persone meno abbienti; il numero di persone che possiedono la stessa ricchezza del 50% più povero è stato aggiornato per l'anno scorso da 8 dell'anno scorso a 61.
L'1% più ricco della popolazione mondiale possiede quanto il restante 99%.
Circa un terzo dei patrimoni dei miliardari sono ereditati. Una cifra superiore al Pil dell'India. Se fosse diminuita, ulteriori 200 milioni di persone si sarebbero affrancate dalla povertà; e se i poveri avessero beneficiato dei vantaggi della crescita economica più dei propri concittadini ricchi, tale numero avrebbe potuto salire a 700 milioni. Sfruttando la rete globale di paradisi fiscali, come dimostrato dalle vicende dei Panama Papers e dei Paradise Papers, i super ricchi riescono ad occultare alle autorità fiscali almeno 7.600 miliardi di dollari. L'ONG, che tradizionalmente pubblica un rapporto sull'ineguaglianza appena prima che l'élite economica si riunisca a Davos e invita i leader a "far funzionare l'economia per tutti, non solo per una minoranza ricca". Infine, le condizioni di lavoro che spesso non permettono alle donne lavoratrici di coniugare attività professionale con esigenze familiari.
"Chiediamo di incentivare modelli imprenditoriali che adottino politiche di maggiore equità retributiva e sostengano livelli salariali dignitosi, di introdurre un tetto agli stipendi dei top-manager così che il divario retributivo non superi il rapporto 20:1 ed eliminare il gap di genere, di proteggere i diritti dei lavoratori specialmente delle categorie più vulnerabili quali lavoratori domestici, migranti e del settore informale, in particolare garantendo loro il diritto di associazione sindacale, di assicurare che i ricchi e le grandi corporation paghino la giusta quota di tasse, attraverso una maggiore progressività fiscale e misure solide di contrasto all'evasione ed elusione fiscale, di aumentare la spesa pubblica per servizi come sanità, istruzione e sicurezza sociale a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione".
di Quartilla Lauricella
FONTE: http://mondonewsblog.com/2018/01/disuguaglianza-insostenibile-l1-dei-pi-ricchi-si/