Il nuovo Documento di Economia e Finanza del 2018 registra un aumento delle emissioni di anidride carbonica nel nostro paese. La lieve ripresa economica italiana corrisponde a un altrettanto lieve, ma preoccupante aumento di CO2 pro capite dopo un decennio di forte calo.
Nonostante le numerose iniziative e le tante parole spese sulla necessità di invertire la rotta in merito alle emissioni di sostanze inquinanti, responsabili dei gravi e sempre più repentini cambiamenti climatici, il Documento di economia e finanza (Def) del 2018, approvato nei giorni scorsi dal governo uscente, fotografa una situazione diametralmente opposta. Dai dati riportati sull’allegato “Indicatori di benessere equo e sostenibile” sembrerebbe che il mero progresso sul fronte economico abbia avuto degli impatti negativi su quello ambientale: gli indicatori di emissioni di CO2 e di altri gas climalteranti hanno registrato infatti un incremento della produzione di anidride carbonica. “Se le emissioni hanno registrato una riduzione significativa tra il 2005 e il 2015, ultimo anno per cui si dispone di dati definitivi, dal 2014 si osserva però un incremento della CO2 pro capite: per il 2016 l’Eurostat prevede un lieve incremento di 0,1 tonnellate e per il 2017 l’Istat prevede un ulteriore incremento dell’indicatore (0,2 tonnellate)”. Questa significativa crescita delle emissioni di CO2 legate al consumo energetico dimostra che gli attuali sforzi per combattere il cambiamento climatico sono tutt’altro che sufficienti a raggiungere gli obiettivi previsti dall’Accordo sul clima di Parigi.
Solo l’anno scorso, nello stesso documento, si stimava che le emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti pro capite sarebbero state 7,5 tonnellate nel 2017 per poi rimanere stabili a questo valore anche nel 2018. La realtà però sembra superare, in negativo, le attese: nel Def di quest’anno si stimano le emissioni di CO2eq procapite a 7,6 tonnellate nel 2017 e a 7,5 tonnellate nel 2018. Nel periodo 2005-2015 le emissioni erano diminuite del 27,9%, portando gli analisti a credere che stesse finalmente cambiando qualcosa nelle dinamiche che governano l’economia energetica globale. Si immaginava che fosse in atto un possibile disaccoppiamento dell’aumento delle emissioni, dalla crescita economica, grazie ad una maggiore diffusione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica ma, alla luce di questi di nuovi dati, ogni possibile teoria è stata purtroppo smentita.
Nel 2015 qualcosa è infatti andato storto: come riportato dal Def con la ripresa dell’economia (particolarmente accentuata nel settore dei trasporti), si è assistito ad un ribaltamento di tale tendenza poiché tutti i settori economici e le famiglie hanno contribuito positivamente alla crescita delle emissioni complessive. “Senza un rapido taglio delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra (metano, biossido di azoto)” commenta Petteri Taalas, segretario generale dell’Wmo (Organizzazione Metereologica Mondiale), “andremo verso pericolosi incrementi delle temperature entro la fine di questo secolo, ben sopra i limiti dell’Accordo di Parigi sul clima, fissati a un aumento di 1,5-2 gradi centigradi. Le generazione future erediteranno un pianeta molto più inospitale”.
di Dario Caputo
FONTE: http://www.earthday.it/Cambiamento-climatico/DEF-2018-le-emissioni-di-CO2-tornano-crescere-in-Italia