Ci si può adagiare sugli allori di un primato continentale conquistato anche quest’anno o si possono ascoltare le sirene d’allarme che suonano sempre più chiare. L’Italia è ancora ai vertici europei per l’economia circolare eppure molti segnali evidenziano come il comparto stia rallentando e il vantaggio rispetto agli altri Stati Ue si vada riducendo. Merito certamente degli sforzi dei concorrenti continentali, che stanno sfruttando al meglio il nuovo pacchetto di direttive europee approvato nel luglio scorso. Ma è altrettanto sicuro che i tentennamenti e le scelte contraddittorie che arrivano dalle aule parlamentari e dai corridoi dei ministeri non aiutano.
La fotografia del classico gioco del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto arriva dal “Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2019“, realizzato dal Circular Economy Network – la rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e 13 aziende e associazioni di impresa – e da ENEA, e presentato oggi a Roma.
L’Italia circolare si arresta, la Spagna corre veloce
A destare maggiore preoccupazione è il fatto che l’Italia abbia conquistato solo un punto in più nell’indice complessivo di circolarità rispetto al 2018 (103 punti contro 102). Nello stesso periodo, la Francia da 80 punti è passata a 87 e la Spagna, partendo dai 68 punti della scorsa annualità, ne ha guadagnati ben 13.
«Se non si recepiscono pienamente le normative europee, facendo tra l’altro partire i decreti che tecnicamente regolano il trattamento e la destinazione di quelli che finora sono considerati rifiuti e che invece possono diventare una risorsa per la manifattura italiana, rischiamo di perdere non solo un primato ma un’occasione di rilancio economico fondamentale» ammoniscono gli estensori del rapporto.
La Germania è ancora 15 punti dietro
A onor del vero, i risultati raggiunti nel 2019 sono ancora di tutto rispetto. In termini di punteggio complessivo l’Italia batte la Germania 103 a 88. Il nostro Paese è sempre in pole position nelle classifiche europee dell’indice complessivo di circolarità, ovvero il valore attribuito secondo il grado di uso efficiente delle risorse, utilizzo di materie prime seconde e innovazione nelle categorie produzione, consumo, gestione rifiuti. Al secondo posto nella classifica delle cinque principali economie europee troviamo ancora ben distanziati il Regno Unito (90 punti), seguito da Germania (88), Francia (87), Spagna (81).
Produttività delle risorse: dal 2014 non cresce più
Eppure le zona d’ombra non mancano. E il poderoso lavoro prodotto dagli analisti del Circular Economy Network non le nasconde di certo. A partire dall’indicatore della produttività delle risorse.
Se da un lato l’Italia circolare si pone al primo posto dal punto di vista della produzione rispetto alle prime cinque economie europee, dall’altro registra una mancata crescita rispetto allo scorso anno, considerando l’intensità dell’uso della materia (calcolata in quantità di Pil generato per ogni kg di risorse utilizzate).
In Italia per ogni chilo di risorsa consumata sono stati generati 3 euro di Pil contro una media europea di 2,24 e valori tra 2,3 e 3,6 in tutte le altre grandi economie europee. Un dato dunque positivo che però non deve far dimenticare che il trend di crescita del nostro Paese che si è registrato fino al 2014 si è interrotto. E che da quell’anno a oggi c’è stato un leggero regresso: siamo scesi da 3,24 euro/chilo a 3 euro di Pil per ogni chilo di risorsa consumata.
Energia: consumi green in diminuzione
Dal punto di vista dell’efficienza energetica, nel confronto tra le 5 principali economie europee, la maggior produttività per chilo di petrolio equivalente utilizzato la ottiene il Regno Unito (11 €/PIL), seguito da Italia (10,2 €/PIL), Spagna (9,1 €/PIL), Germania (9 €/PIL) e Francia (8,5 €/PIL). Se analizziamo i trend di crescita ritroviamo ancora in testa il Regno Unito (+ 28%), seguito da Spagna (+20%), Germania (+ 15%). L’Italia chiude il gruppo insieme alla Francia con + 13%.
Dal punto di vista dell’uso di fonti rinnovabili, l’Italia si pone davanti agli quattro Paesi con il 17,4%, seguita dalla Spagna con il 17,3%, la Francia con il 16%, la Germania con il 14,8% e il Regno Unito con il 9,3%. Questo primato, tuttavia, sembra minacciato, in quanto negli ultimi anni la percentuale risulta in diminuzione.
Contrariamente al trend medio europeo, quello italiano è l’unico caso in cui si registra una diminuzione complessiva degli utilizzi domestici di energia rinnovabile (meno 4% rispetto al 2007).
Un preoccupante andamento decrescente che segna il freno del buon andamento delle rinnovabili che si poteva evidenziare fino a poco tempo fa.
di Emanuele Isonio
FONTE: https://valori.it/economia-circolare-settore-si-sta-fermando/