Se la Terra fosse una casa con muri e soffitto, oggi avrebbe dispensa e frigorifero completamente vuoti. Il 10 maggio 2019 è, per l'Europa, l'Overshoot Day, il giorno del sovrasfruttamento per i cittadini della UE, la data in cui si esaurirebbe il gruzzolo di risorse naturali messo generosamente a disposizione dal Pianeta, se tutti i terrestri vivessero come nel ricco Vecchio Continente.
Se ogni abitante di questo mondo conducesse il nostro stile di vita, dall'1° gennaio al 10 maggio avremmo consumato tutte le risorse che gli ecosistemi possono donarci in un anno e poi spontaneamente rigenerare. Da oggi a fine 2019 vivremo a debito, dilapidando il capitale naturale del Pianeta e di fatto, impoverendolo.
IN ANTICIPO (MA NON È UN VANTO). Il campanello d'allarme arriva dall'ultimo rapporto del WWF e del Global Footprint Network, pubblicato a due settimane dalle elezioni europee. L'Overshoot Day della Terra intera si colloca di solito nel mese di agosto, ogni anno sempre prima: ma quello della piccola Europa, che comprende il 7% appena della popolazione mondiale, è arrivato ben prima.
PIANETI EXTRA CERCANSI. Se tutti seguissero il nostro (cattivo) esempio - emettendo la stessa quantità di anidride carbonica, consumando la stessa quantità e tipologia di cibo, depauperando allo stesso ritmo le foreste e occupando la medesima quantità di suolo naturale - servirebbero le risorse di 2,8 Terre per arrivare a fine anno: molto di più delle 1,7 Terre che occorrerebbero globalmente all'umanità, che vive già ben al di sopra delle sue possibilità.
Per i prossimi sette mesi, emetteremo più emissioni di CO2 di quelle che gli ecosistemi che ci ospitano possano assorbire, strapperemo alle foreste più biomassa di quella che possano rigenerare, impoveriremo i mari a ritmi per i pesci insostenibili, eroderemo il suolo minacciando la biodiversità.
COME SI OTTIENE. L'Overshoot Day si calcola confrontando l'impronta ecologica di ogni singolo cittadino (in questo caso europeo) con la biocapacità, cioè la capacità del Pianeta di rigenerare risorse naturali per ogni suo abitante. L'impronta ecologica misura la quantità di suolo e di mare biologicamente produttivi che servirebbero per generare le risorse consumate dalla popolazione (o dal singolo) e assorbire i suoi rifiuti (o le sue emissioni: qui il link per calcolare la tua).
MAI CONTENTI. Il nostro Pianeta è in grado solo in parte di rinnovare ciò che continuamente gli chiediamo: campi per coltivare cibo e fibre, nutrire gli animali, produrre oli e carburanti; foreste da cui ricavare legname e che sequestrino CO2; pascoli per allevare e produrre carni, latte, pelli e lana; pesci che già peschiamo oltre il consentito, suolo che occupiamo con nuove infrastrutture.
L'Europa da sola sfrutta il 20% della biocapacità terrestre: dal 1961 al 2016 l'impronta ecologica dei 28 Paesi membri della UE è cresciuta, passando da 1,6 a 2,3 ettari globali (gha). L'impronta ecologica media del singolo residente UE è calata negli ultimi anni, dopo un picco nel 2007, ma in gran parte per la crisi economica.
ALTROVE COME VA? Cina, Stati Uniti, India, Russia e Brasile hanno la maggiore impronta ecologica totale del mondo; se l'Europa fosse un unico Paese, si piazzerebbe però al terzo posto di questa poco onorevole classifica. Benché la Cina abbia un'impronta ecologica complessiva due volte più alta di quella di Europa e USA, quella dei suoi singoli cittadini è molto più bassa: semplicemente, la Cina è molto più popolosa. Per le sue foreste, il Brasile ha una delle più alte riserve di biocapacità del Pianeta, anche se questa è minacciata dalla deforestazione e dall'aumento della domanda interna di risorse in un Paese in via di sviluppo.
CHI PRIMA, CHI POI. Per tutti i Paesi dell'Unione, la voce più esosa nel conto dell'impronta ecologica è rappresentata dalle emissioni di CO2. Seguono la richiesta di suolo e legname dalle foreste e la domanda di terre da coltivare. Gli Overshoot Day dei singoli Paesi sono sparpagliati nel calendario dei primi sei mesi dell'anno, con il Lussemburgo che spicca come meno virtuoso (ha consumato le risorse dopo soli 46 giorni dall'inizio del 2019) e la Romania come più parsimoniosa: se le fa bastare per 192 giorni. Per l'Italia, l'Overshoot Day sarà il 15 maggio, come per Francia e Polonia.
La parola d'ordine è per tutti #MoveTheDate: l'invito è ad agire come singoli e come cittadini per implementare la difesa delle risorse naturali e rendere l'Europa neutrale, nelle emissioni di carbonio, prima che sia troppo tardi. Se il prossimo anno arrivassimo a questo triste appuntamento qualche giorno più avanti, sarebbe già una buona notizia.
di Elisabetta Intini
Fonte: https://www.focus.it/ambiente/ecologia/overshoot-day-unione-europea-10-maggio