Il "Va', pensiero" del Nabucco di Giuseppe Verdi risuona nel Ceremony Building di Antananarivo, mentre le autorità e il corpo diplomatico della Repubblica del Madagascar attendono Francesco per il suo primo discorso pubblico al Paese, seconda tappa del suo viaggio africano. Il coro cantato dagli ebrei prigionieri in Babilonia fa significativamente da entrée a una richiesta di liberazione evocata a gran voce dal Papa, la liberazione dal "contrabbando" e dalle "esportazioni illegali", da una "deforestazione eccessiva a vantaggio di pochi", da un degrado incipiente, ammonisce Francesco, che "compromette il futuro del Paese e della nostra casa comune".
È il cuore del discorso del vescovo di Roma nella capitale dell'isola sudafricana, che dalla firma della "Laudato si'" in poi non ha mai mancato di richiamare le autorità mondiali alle loro responsabilità rispetto all'ambiente e alla sua cura: "Le foreste rimaste sono minacciate dagli incendi, dal bracconaggio, dal taglio incontrollato di legname prezioso", dice, ma "non può esserci un vero approccio ecologico né una concreta azione di tutela dell'ambiente senza una giustizia sociale che garantisca il diritto alla destinazione comune dei beni della terra alle generazioni attuali, ma anche a quelle future".
L'isola di Madagascar accoglie Francesco con tutte le sue peculiarità: inclusa convenzionalmente nel continente africano, è in realtà terra a sé stante con le sue specie vegetali e animali uniche, popolata da genti venute dall'Asia monsonica che hanno introdotto elementi culturali propri. Situata sulle antiche rotte coloniali per l'Estremo Oriente, contesa nel secolo XIX da inglesi e francesi, dominata poi dai francesi, l'isola conquista l'indipendenza nel 1960.
La foresta pluviale si estende sul versante orientale diramandosi verso l'altopiano centrale dove il manto vegetale è stato estesamente compromesso dall'uomo con incendi appiccati per preparare terreni da coltivare. Sul versante occidentale si aprono estese praterie dove crescono i baobab. Dal punto di vista faunistico il Paese costituisce una regione zoogeografica a sé stante, con importanti divergenze rispetto alla fauna africana. Tuttavia, tutto questo straordinario ecosistema è minacciato dalla distruzione della foresta operata dall'uomo favorendo la scomparsa o il rischio di estinzione per moltissime specie.
Francesco dal Madagascar parla al mondo. Se è vero, infatti, che alcune attività che intervengono sull'ambiente "sono quelle che assicurano per il momento la loro sopravvivenza", è altrettanto palese che lo stesso ambiente necessita di "tutela". Eppure, lo sviluppo di una nazione, come diceva già Paolo VI, "non si riduce alla semplice crescita economica". Anzi, "per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l'uomo".
Nonostante le immense ricchezze il Madagascar continua a essere uno dei Paesi più poveri del mondo e il livello di vita dei suoi abitanti è inferiore a quello che si registra nell'Africa subsahariana. La stessa Antananarivo è un altopiano disseminato di villaggi o piccoli nuclei formati da capanne di fango rosso, con i tetti di paglia, che sorgono accanto alle risaie. In mezzo qualche quartiere più ricco. È per questa gente che il Papa chiede "mediazioni strutturali che possano assicurare una migliore distribuzione del reddito e una promozione integrale di tutti gli abitanti, in particolare dei più poveri". Tale promozione "non può limitarsi alla sola assistenza, ma chiede il riconoscimento di soggetti giuridici chiamati a partecipare pienamente alla costruzione del loro futuro". Perché, come aveva detto nella "Laudato si'", non ci sono due crisi separate, una ambientale e un'altra sociale, "bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale".
Per Francesco e per la Chiesa la globalizzazione economica non è il male assoluto. Seppure abbia dei "limiti sempre più evidenti, in particolare quando provoca omogeneizzazione culturale". Per questo motivo la società civile locale va salvaguardata: "Sostenendo le sue iniziative e le sue azioni, la voce di coloro che non hanno voce sarà resa più udibile, così come le varie armonie, anche contrastanti, di una comunità nazionale che cerca la propria unità". Nessuno, insomma, chiosa il Papa, deve essere "messo da parte".
di Paolo Rodari
FONTE: https://www.repubblica.it/esteri/2019/09/07/news/francesco_dal_madagascar_al_mondo_la_deforestazione_a_vantaggio_di_pochi_compromette_il_futuro_del_paese_-235425574/