Tutti in Italia. Anzi, addirittura nella propria regione. E non per paura del virus ma per il rinato desiderio di scoprire i luoghi a cui apparteniamo. Lo chiamano turismo di prossimità, ma di cosa si tratta concretamente? Da più parti arriva l’invito e consiglio a rimanere nel nostro paese per trascorrere le vacanze 2020. L’estate appena iniziata sarà quindi diversa dalle altre, sicuramente unica anche per quanto concerne il viaggio. Che sarà breve, con mezzi alternativi e molto a contatto con la natura. Sembra una magnifica prospettiva. Soprattutto sostenibile.
Turismo di prossimità: riscoprire e meravigliarsi del proprio territorio
Non esiste una definizione univoca di turismo di prossimità ma ne sentiamo continuamente parlare, specie alla vigilia delle prime grandi partenze. Ma forse non dovrebbe essere così. Infatti una delle prime “regole” non scritte di chi lo pratica è ad esempio quella di partire in periodi non convenzionali, scelta che facilita soggiorni poco affollati che favoriscono così il contatto con la popolazione locale e la reale conoscenza del territorio e delle sue usanze e tradizioni. Per quanto possibile quindi, viaggiare fuori stagione ha molti vantaggi, non ultimo un minor costo.
Altra caratteristica di questa modalità di turismo sono le distanze percorse: la meta della vacanza è quanto più possibile vicina al proprio domicilio. Questo fa sì che anche i mezzi di trasporto diventino alternativi – le due ruote, il treno e, perché no, solo i propri piedi. Fare a meno dell’auto, dell’aereo o dei traghetti ha benefici per l’ambiente, diminuisce lo stress, i costi e i consumi in generale. Oltre a favorire un benessere psicofisico nei viaggiatori. Parliamo soprattutto di ritmo di viaggio personale che dovrebbe coincidere, o quantomeno essere in armonia, con quello della natura.
Sembra la tendenza dell’estate post coronavirus, ma in realtà non è nulla di nuovo, nessuna miracolosa scoperta: sono tante infatti le persone, i viaggiatori che vivono in questo modo le proprie vacanze da anni. Pensate solo a chi, sempre più spesso negli ultimi tempi, intraprende uno dei numerosi cammini che attraversano il paese, oppure agli amanti della natura che visitano le Riserve naturali protette italiane o chi, ancora, parte dalla propria casa in bicicletta per raggiungere una meta più o meno vicina solo grazie alle proprie forze. Sono solo alcuni esempi di turismo di prossimità che si mixa e tramuta anche in turismo sostenibile o lento.Gli italiani in viaggio: i dati
Sarà un anno particolarmente duro per il comparto turistico. L’emergenza sanitaria ha modificato a fondo le abitudini di viaggio di tutti i cittadini, ma in realtà già nel 2019 i dati registravano dei cali preoccupanti. I viaggi degli italiani (intesi come persone residenti nel paese) infatti lo scorso anno hanno segnato un calo del 9 per cento. Un dato che ha purtroppo interrotto la ripresa iniziata nel 2016, lo rivela il report “Viaggi e vacanze in Italia e all’estero” dell’Istat relativa all’anno passato. La ricerca evidenzia come però il nostro turismo rimanga fortemente locale: il 76,2 per cento dei viaggi effettuati ha avuto come destinazione una località italiana (-12,8 per cento sul 2018). Se quindi è quasi certo che quest’ambito dell’economia nazionale soffrirà ulteriori perdite – le stime di Istat indicano infatti che, solo nel periodo marzo-maggio, l’emergenza coronavirus ha bruciato una quota pari al 18,5 per cento delle presenze dell’intero anno turistico – è altrettanto sicuro che chi deciderà e potrà affrontare una spesa per un viaggio, lo farà tra i confini del paese, sostenendolo e favorendone la ripresa.
Secondo l’Osservatorio del turismo outdoor 2020 realizzato da Human Company, gruppo fiorentino leader in Italia nell’ospitalità open air, in collaborazione con Istituto Piepoli, il 25 per cento dei quasi 80 milioni di viaggi degli italiani in Italia e all’estero lo scorso anno, quindi circa 20 milioni, sono stati outdoor. Inoltre le vacanze outdoor più lunghe nell’ultimo anno risultano fatte nel periodo estivo in otto casi su dieci (da giugno a settembre) e svolte in Italia per la medesima quota, con rilevanza di Puglia, Toscana e Sicilia. Anche questi dati quindi confermerebbero che l’estate 2020 sarà per molti a contatto con la natura e il territorio italiano e, nota ancor più positiva, che ben il 75 per cento degli intervistati si dichiara disponibile a pagare di più per una vacanza sostenibile.
di Simona Denise Deiana
Fonte: https://www.lifegate.it/turismo-di-prossimita