“Garantire mezzi più pubblici più sicuri, ma soprattutto rafforzare gli spostamenti ciclabili e l’intermobilità nelle città italiane potenziando l’offerta di sharing mobility a emissioni zero – auto soprattutto elettriche, bici, e-bike, scooter elettrici e monopattini – attraverso accordi con le imprese per avere più mezzi in città e in più quartieri, incluse le periferie, a costi molto più contenuti”. È questa la proposta e l’appello che Legambiente lancia al Governo e alla ministra dei trasporti Paola De Micheli che ieri, mercoledì 14 ottobre, ha incontrato le associazioni rappresentative delle aziende del trasporto pubblico locale, i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, di Anci e di Upi per un confronto sulle misure di contenimento dei contagi sui mezzi pubblici. Per Legambiente non è ammissibile che le persone rischino di prendersi il Covid per l’impreparazione di chi gestisce i mezzi pubblici e per quella del Governo che non ha messo risorse per aumentare l’offerta o dare vere alternative. Per altro le linee sulle quali si sono registrate le maggiori lamentele legate all’affollamento e all’assembramento sono quelle indicate nel dossier Pendolaria come le peggiori d’Italia (Roma nord – Viterbo, l’ex circumvesuviana, la Roma Ostia-Lido, solo per fare alcuni esempi).
Per questo, se da una parte secondo l’associazione ambientalista è urgente fare più controlli e monitoraggi sui mezzi pubblici, potenziando le corse, prevendo tornelli per contingentare gli ingressi e garantendo una sanificazione quotidiana, dall’altra parte occorre mettere in campo politiche e progetti semplici e praticabili capaci di far crescere la mobilità sostenibile a partire dagli spostamenti in bici, a piedi, passando dal trasporto pubblico alla mobilità elettrica, intermodale, condivisa e a emissioni zero, senza perdere altro tempo. Gli stanziamenti sulle ciclabili arrivati negli ultimi mesi sono un primo passo importante, ma da soli non bastano. Occorre accelerare e dare risposte concrete per aiutare le città, l’ambiente e soprattutto per permettere ai cittadini di muoversi in maggiore sicurezza e libertà contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra. Perché il rischio a cui si va incontro, unito a questa seconda ondata della pandemia, è quello di avere città sempre più congestionate da traffico e smog a causa dell’impossibilità di offrire ai cittadini un’alternativa sostenibile, integrata e efficiente per muoversi nelle aree urbane lasciando a casa l’auto.
“Il braccio di ferro in corso sul nodo trasporti – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente – dimostra purtroppo che si è arrivati impreparati sul ripensare la mobilità sostenibile in città al tempo del Covid-19. Durante il periodo estivo si sarebbero dovute definire misure e azioni da mettere in campo in vista della riapertura degli uffici e la ripresa della scuola, ma alle parole non seguiti i fatti. Ora bisogna correre per recuperare il tempo perso e dare risposte chiare e precise per garantire spostamenti più sicuri sui mezzi pubblici e per offrire davvero alternative sostenibili ai cittadini, visto che diverse risorse sono già disponibili come, ad esempio, i 150 milioni previsti con l’ultima legge di Bilancio per il co-finanziamento di percorsi ciclabili urbani. Le città italiane non devono aver paura di sperimentare nuove ricette green sostenibili, come abbiamo scritto nella lettera sulla mobilità post Covid-19 inviata ai sindaci e nel pacchetto diproposte per la Fase 2 che abbiamo presentato nei mesi scorsi. Al governo – aggiunge Zanchini – chiediamo che gli investimenti previsti nei Piani della mobilità sostenibile (Pums) delle città italiane diventino una priorità del Recovery Plan italiano, realizzando subito nuove piste ciclabili, aprendo i cantieri di linee metropolitane e tram, rafforzando l’offerta di sharing mobility a emissioni zero”.
Sul capitolo risorse, Legambiente ricorda inoltre quelle appena sbloccate dal MIT che, con il decreto ministeriale pubblicato sabato scorso in Gazzetta Ufficiale, ha messo a disposizione 137,5 milioni di euro per la progettazione e la realizzazione di ciclostazioni e di interventi concernenti la sicurezza della circolazione ciclistica cittadina, quali l’ampliamento della rete ciclabile e la realizzazione di corsie ciclabili. Interventi che andranno realizzati entro ventidue mesi pena la revoca del finanziamento. Per altro il raddoppio dei chilometri delle piste ciclabili è un intervento già previsto nei PUMS, i Piani urbani per la mobilità sostenibile, che i Comuni devono mettere in campo al più presto. Si tratta di progetti per 2.626 km di nuove piste ciclabili, da sommare ai 2.341 km di quelle già esistenti in 22 città italiane.
Infine per l’associazione ambientalista è importante anche intervenire al più presto sul fronte spostamenti/percorsi casa-scuola. Per questo Legambiente chiede alle amministrazioni locali di sostenere pedibus e bicibus, di istituire zone scolastiche davanti a ogni scuola, di pianificare itinerari casa-scuola per favorire la mobilità, ciclistica/micromobilità, di spingere verso l’adozione dei mobility manager scolastici come già previsto dalla legge 221 del 28 dicembre 2015, tuttora ampiamente ignorata, e di attrezzare tutte le scuole con rastrelliere e consentire il parcheggio interno dove possibile per poter parcheggiare in sicurezza le biciclette.
Fonte: https://www.lanuovaecologia.it/mezzi-pubblici-piu-sicuri-e-nuove-piste-ciclabili-come-migliorare-la-mobilita/