Sostenibilità, fonti rinnovabili, risparmio energetico, transizione ecologica: sono tutte espressioni ormai entrate nel lessico quotidiano comune. Ma i cittadini sono realmente preparati sull’argomento? Ipsos lo ha chiesto loro nell’indagine “Gli italiani e l’energia” realizzata per Legambiente e Nuova Ecologia, i cui risultati sono stati presentati questa mattina nel secondo giorno del XIV Forum nazionale QualEnergia.
Rincari energia, quali sono le cause?
Interpellato sulle possibili motivazioni dietro al rincaro dell’energia, il 47% degli intervistati ritiene che quest’ultimo sia da attribuire ai Paesi produttori di combustibili fossili e alle logiche geo-politiche correlate; il 37% imputa gli aumenti a una tardiva presa di coscienza del problema e al ritardo negli investimenti sulle fonti rinnovabili; il 16%, invece, ritiene che il rincaro sia dovuto a una transizione ecologica costosa.
Proprio il tema del costo della transizione energetica, che tanto ha animato il dibattito negli ultimi mesi, polarizza le aspettative degli italiani: per circa la metà della popolazione (48%) i costi della transizione saranno alti, per oltre la metà (52%) saranno invece convenienti.
Il 62% conosce le energie rinnovabili
Per quanto riguarda le competenze in materia di sostenibilità, 8 italiani su 10 dichiarano di avere familiarità con questo concetto. In crescita, rispetto allo scorso anno, quanti dichiarano un buon livello di conoscenza delle energie rinnovabili (il 62%, contro il 55% del 2020), sebbene meno del 10% sostenga di possedere un elevato grado di familiarità con il tema.
Tra le fonti rinnovabili, il 77% della popolazione ritiene quella solare la più adatta alla produzione di energia su vasta scala, anche se è in crescita l’attenzione all’eolico off-shore e alla geotermia.
Guardando ai settori che potrebbero favorire uno sviluppo sostenibile, per il terzo anno consecutivo il settore energetico viene riconosciuto come trainante, con il 38% degli intervistati che lo cita al primo posto. Cresce ulteriormente l’importanza attribuita al settore dei trasporti e della logistica e aumenta in modo significativo quella riconosciuta al settore automobilistico.
“L’indagine rivela, da un lato, una crescente familiarità degli italiani con i temi della sostenibilità e dell’energia, dall’altro una conoscenza ancora insufficiente del mondo delle rinnovabili e del ruolo che l’Italia gioca nel settore – dichiara il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti –. D’altro canto, è rilevante il fatto che oltre la metà della popolazione reputi il ruolo delle rinnovabili positivo in relazione ai costi della transizione energetica e che gli intervistati si mostrino disponibili a rivedere i propri stili di vita e le abitudini di consumo per contrastare il cambiamento climatico”.
Energia, quali sono i comportamenti sostenibili?
Interrogati sui comportamenti che sono disposti ad adottare per salvaguardare l’ambiente, gli italiani citano al primo posto la scelta di fornitori energetici che utilizzano soltanto fonti rinnovabili – scelta che, accompagnata da misure adeguate, avrebbe ad esempio un importante impatto sulla decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento.
Seguono, quindi, la sostituzione degli elettrodomestici con altri a ridotto consumo energetico e l’utilizzo di mezzi meno inquinanti e/o non energivori. Un numero più esiguo di italiani è invece incline a scegliere il trasporto pubblico e i mezzi di sharing mobility per i suoi spostamenti. Un buon numero si dichiara disponibile a risparmiare sull’utilizzo dei riscaldamenti in inverno e su quello dei condizionatori in estate.
“Un importante segnale, quest’ultimo, che se tradotto in azioni concrete potrebbe contribuire notevolmente alla transizione energetica. Dopo la CO2, i gas che alimentano le apparecchiature di condizionamento e di refrigerazione sono tra quelli che più incidono sulle emissioni di gas serra in atmosfera”, ha commentato Legambiente.
Gas fluorurati, primato negativo dell’Italia
Come fotografa, infatti, il Report “Rinfreschiamoci senza riscaldare il Pianeta 4.0 – I refrigeranti e il clima secondo Legambiente”, il funzionamento di queste apparecchiature è possibile grazie all’uso di miscele di gas fluorurati (detti anche F-gas), i più comuni dei quali sono gli HFC, responsabili da soli di oltre il 90% delle emissioni totali di fluorurati nell’UE.
I fluorurati, spiega l’associazione ambientalista, sono i gas da cui siamo “circondati” nella nostra vita quotidiana e tra le sostanze chimiche persistenti e spesso climalteranti; possono avere una lunga vita in atmosfera e sono definiti il tipo di gas serra più potente e duraturo emesso dalle attività umane.
Nonostante l’entrata in vigore del regolamento europeo (517/2014), che prevede la riduzione delle emissioni da F-gas di due terzi entro il 2030 per tutti gli Stati membri e la loro sostituzione con altre sostanze come i refrigeranti naturali, in Italia gli HFC sono gli unici gas che continuano a far registrare un aumento della loro concentrazione in atmosfera, pari al 4,4% delle emissioni nazionali di gas fluorurati.
Utilizzati comunemente nelle apparecchiature di refrigerazione, in casa come al supermercato, e in quelle di condizionamento delle nostre abitazioni e automobili – spiega ancora Legambiente – gli HFC contribuiscono in misura preponderante all’effetto serra, vista la loro capacità climalterante da 2.000 a 23.000 volte superiore a quella della CO2.
“È evidente che nel nostro Paese qualcosa nell’applicazione del regolamento europeo non ha funzionato – dichiara Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – Occorre un cambio di rotta immediato con una revisione del Regolamento EU 517/2014. Necessario pensare alla sostituzione degli F-gas con refrigeranti naturali, puntando ad una maggior efficienza della filiera del recupero e della valorizzazione dei refrigeranti di scarto, coniugando la necessità di protezione dell’ambiente e di mitigazione della crisi climatica con l’opportunità economica di un settore oggi sempre più importante”.
di Francesca Marras
Fonte: https://www.helpconsumatori.it/ambiente/energia-8-cittadini-su-10-hanno-familiarita-con-il-concetto-di-sostenibilita/