La pandemia è ancora lontana dal dirsi conclusa, ma le emissioni nazionali di gas serra hanno già ripreso a salire e la quota di energia elettrica coperta dalle fonti rinnovabili – come mostrano i nuovi dati Terna, il gestore della rete nazionale – a scendere.
Se nel corso del 2020 l’apporto delle rinnovabili aveva toccato il 38% della domanda elettrica (e il 20% della domanda totale di energia), nel 2021 si è fermato al 36% su un fabbisogno totale pari a 318,1 miliardi di kWh – un valore sostanzialmente pari a quello registrato nel 2019, era pre-pandemica.
«Le rinnovabili – dettaglia Terna – hanno coperto il 36% della domanda elettrica, anche in questo caso tornando sui volumi del 2019: grazie alle favorevoli condizioni climatiche, che hanno consentito di utilizzare maggiormente gli impianti, la produzione complessiva di eolico e fotovoltaico è stata la più alta di sempre, anche a fronte di un contenuto incremento della potenza installata».
È proprio in questo «contenuto incremento» delle installazioni che sta il problema, soprattutto per un Paese in crisi energetica come il nostro, fortemente dipendente dal gas (40%) importato (95%): se avessimo già raggiunto il target Green deal 2030, cioè 72% di rinnovabili sul mix di generazione elettrica, l’Italia risparmierebbe in bolletta circa 30 miliardi di euro all’anno.
Purtroppo però, come testimonia da ultimo un rapporto Legambiente, l’installazione di nuovi impianti rinnovabili è frenata da una burocrazia farraginosa, ma anche da blocchi da parte di amministrazioni locali e regionali, da comitati Nimby (non nel mio giardino) e Nimto (non nel mio mandato) senza dimenticare il ruolo del ministero della Cultura e delle Sovrintendenze.
Di fatto mentre il clima italiano si surriscalda a velocità più che doppia rispetto alla media globale, gli impianti per ricavare energia dalle fonti rinnovabili avanzano a passo di lumaca almeno dal 2014 e non accennano ad accelerare.
Al contempo, in Europa c’è chi riesce a fare (molto) meglio: i dati aggiornati oggi al 2020 da Eurostat documentano come tra gli Stati membri dell’Ue, oltre il 70% dell’elettricità consumata nel 2020 è stata generata da fonti rinnovabili in Austria (78%) e Svezia (75%), mentre ha superato la metà dell’elettricità consumata anche in Danimarca (65%), Portogallo (58%), Croazia e Lettonia (entrambi 53%).
di Luca Aterini
Fonte: https://greenreport.it/news/economia-ecologica/rinnovabili-italiane-in-discesa-nellultimo-anno-fornito-il-36-di-elettricita/