Parte oggi il 27esimo vertice Onu sui Cambiamenti Climatici, la Cop27, che si terrà fino al prossimo 18 novembre a Sharm El-Sheikh, in Egitto. Sarà un’edizione complessa: l’evento è già al centro di diverse polemiche, a partire da quelle sul rispetto dei diritti umani del Paese in cui si svolge. Nella ricerca complicata di un’intesa su come contrastare la crisi ambientale, quest’anno, entrano in gioco anche tematiche laterali, come i timori di una recessione globale, il caro energia e il rilancio delle energie fossili, tutte conseguenze della guerra in Ucraina.
IL VERTICE – Primo appuntamento importante per la Cop27 sarà il vertice dei leader del 7 e dell’8 novembre. Saranno 125 i partecipanti, tra capi di Stato e di governo, oltre a un corpo di diplomatici provenienti da 200 Paesi e 40mila esponenti di Ong, società civile, studiosi, difensori dei diritti e settore privato. Il summit segna il ritorno all’evento del Brasile, dopo anni di scetticismo da parte del presidente uscente Bolsonaro sulle basi scientifiche del cambiamento climatico.
Anche se subentrerà ufficialmente a Bolsonaro da gennaio 2023, è stato infatti invitato all’evento Luiz Inacio Lula da Silva (in foto). Il presidente eletto assicura di voler tornare a combattere la crisi climatica, partendo dalla tutela dell’Amazzonia. Al vertice ci saranno anche il premier italiano Giorgia Meloni, il presidente Usa Joe Biden e il neo capo del governo britannico, Rishi Sunak. Da segnalare invece l’assenza della Cina, uno dei Paesi più inquinanti al mondo, e della Russia: né Xi Jinping né Vladimir Putin arriveranno a Sharm El-Sheik.
I partecipanti si dividono in due grandi gruppi di lavoro per raggiungere un accordo finale. Da un lato ci sono i Paesi più ricchi, capitanati dal G7, a presidenza tedesca. Dall’altro c’è il gruppo G77+Cina - 134 Stati emergenti con economie meno sviluppate – presieduto dall’ambasciatore del Pakistan all’Onu, Munir Akram (in foto), che rinnoverà la sua richiesta per ottenere i fondi precedentemente promessi a titolo di risarcimento e di sostegno alla transizione energetica.
ZONA BLU E ZONA VERDE - Come per ogni Cop, anche il vertice di quest’anno sarà suddiviso in una zona blu e in una zona verde. La prima è quella dove si tengono le sessioni plenarie ufficiali con dibattiti di alto livello e dove vengono presentati gli accordi raggiunti al termine dei lavori. Ci sarà anche un padiglione dedicato alla regione del Mediterraneo, con 600 scienziati da 35 Paesi. La zona verde è invece aperta al pubblico: qui si incontrano ambientalisti, attivisti, scienziati, società civile e aziende.
LA COP AFRICANA – L’Egitto ha presentato il summit come “la Cop africana”, facendosi portavoce delle richieste di "giustizia climatica" per i 54 Stati del Continente, responsabili di meno del 4% delle emissioni globali ma tra i più colpiti da fenomeni metereologici estremi. Sono almeno 4mila le persone morte nel 2022 a causa di eventi climatici devastanti in Africa, riporta il Carbon Brief. A questi si aggiungono gli sfollati per questioni ambientali: si parla di 19 milioni di africani.
C’è poi la questione del costante deteriorarsi dei rendimenti agricoli nei Paesi dell’Africa, che espongono un numero sempre maggiore di persone alla carestia, in un Continente dove la mortalità è già più alta che altrove. In occasione della Cop27 i rappresentati africani chiederanno quindi di aumentare i finanziamenti per accelerare la loro transizione energetica. Finora, gli Stati che sono principalmente responsabili dell’inquinamento non hanno mantenuto la promessa di portare a 100 miliardi di dollari all’anno gli aiuti ai Paesi più poveri, africani e non solo.
I fondi più ingenti per questi aiuti, secondo dati Ocse, sono stati raggiunti nel 2020, con una cifra record di 83,3 miliardi di euro. Diversi esperti guardano dubbiosi alla Cop27, che potrebbe deludere ancora una volta i Paesi del Sud del mondo e dell’Africa. L’appello ad agire comunque c’è, ed è arrivato direttamente dal segretario generale Onu, Antonio Guterres (in foto), che ha parlato del summit come di “un test decisivo per ristabilire la fiducia tra i Paesi sviluppati e in via di sviluppo” e ha definito un’ “imperativo morale” la “necessità di agire”.
L’ACCORDO DI PARIGI – L’ultimo rapporto UNEP (Programma Onu per l’ambiente) ha avvertito che "la finestra di opportunità” per limitare l’aumento delle temperature “si sta chiudendo”. L’impegno preso con l’Accordo di Parigi nel 2015 vorrebbe contenere entro i 2°C (meglio se 1,5°) il riscaldamento globale, rispetto ai livelli preindustriali. Per UNEP entro fine secolo si rischia invece di raggiungere +2,6°: un livello “catastrofico”. Solo se si riuscisse a rispettare la neutralità carbone, cioè le zero emissioni, l’aumento delle temperature potrebbe fermarsi a 1,8°.
Ma tra gli esperti Onu non c’è fiducia: "Questo scenario al momento non è credibile" per le "differenze" tra le promesse "già fatte e i risultati ottenuti”. Anche perché, spiegano, per mantenere a +1,5°C il riscaldamento, le emissioni dovrebbero essere ridotte del 45% rispetto ai livelli attuali. Tuttavia, non sono in discussione nuovi tagli alle emissioni o impegni concreti, ma solo questioni procedurali, tecniche, burocratiche e di regolamentazione di alcuni aspetti formali dell'accordo di Parigi.
LE POLEMICHE – Da mesi si discute anche la scelta di organizzare la Cop in Egitto. Varie voci dal mondo dell’attivismo stanno cavalcando l'attenzione intorno al vertice per chiedere la scarcerazione di centinaia di detenuti politici, mentre sui social gira voce che durante il summit potrebbero tenersi manifestazioni di protesta contro il governo di al-Sisi. Fa discutere anche l’assenza all'evento di Re Carlo III d’Inghilterra (in foto), da sempre convinto ambientalista, e di Greta Thunberg.
"Non andrò alla Cop27 per molte ragioni, ma lo spazio per la società civile quest'anno è molto limitato", ha detto Thunberg (in foto), sottolineando anche come spesso si usino le conferenze sul clima per interessi personali, sfociando nel greenwashing. E proprio su questo tema, fa notare Greenpeace, tra i principali sponsor della conferenza egiziana c'è Coca-Cola, una delle aziende che produce la maggior quantità di bottiglie di plastica disperse.
LA PIRAMIDE ILLUMINATA - Per celebrare il summit, alla vigilia del suo inizio, è stata illuminata la Piramide di Chefren (o di Khafre), una delle tre antiche piramidi di Giza, costruita circa 4500 anni fa.
Fonte: https://tg24.sky.it/ambiente/2022/11/06/cop-27-egitto#13