Sappiamo ormai bene che la distribuzione di risorse energetiche e beni e servizi di consumo al mondo non è mai stata così disomogenea come negli ultimi anni. La stessa cosa vale per l’inquinamento e le emissioni di diossido di carbonio (CO2). Più si è ricchi e più si ha energia a disposizione, più si producono emissioni di CO2.
Il problema, però, è che poi si chiede di ridurre questo impatto ambientale a tutti nel mondo, senza andare a vedere nel dettaglio chi ha inquinato più di altri. Non siamo tutti uguali, neanche sotto il punto di vista delle emissioni di gas serra. Ne consegue che anche le responsabilità dovrebbero essere ripartite diversamente.
Secondo uno studio dell’IEA, l’Agenzia internazionale dell’energia, l’1% della popolazione mondiale più ricca produce 1.000 volte più emissioni di CO2 che l’1% più povero. Eppure, si chiede a tutti, allo stesso modo, di ridurre i consumi energetici e di fare a meno di una serie di beni e sevizi di base.
Occidente e Cina vs resto del mondo
Nel 2021, il cittadino medio nordamericano emetteva 11 volte più CO2 del cittadino medio africano.
Al momento, l’impronta media di carbonio relativa al consumo di energia è di circa 4,7 tonnellate di CO2 per persona nel mondo.
Secondo i ricercatori, il 10% più ricco al mondo è stato responsabile di quasi la metà delle emissioni globali di CO2 nel 2021, sempre in termini di consumi energetici. Il 10% più povero è stato responsabile solamente dello 0,2% di emissioni.
Sempre il 10% della popolazione più ricco al mondo, che è composto da circa 782 milioni di persone (di cui 47 milioni circa sono i cosiddetti super ricchi, lo 0,6% circa dei grandi emettitori di CO2) ha raggiunto le 22 tonnellate di CO2 procapite nel 2021, un dato che è 200 volte maggiore rispetto alla media del 10% più povero.
I grandi emettitori di CO2, cioè le persone più ricche al mondo, vivono in diversi Paesi, tra cui Australia, Canada, Unione Europea, Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Regno Unito e Cina.
Chi è più ricco emette più CO2, chi è più ricco deve muoversi verso le zero emissioni
Ovviamente, anche tra i più ricchi esistono delle disuguaglianze e delle differenze nette tra chi è ancora più ricco di chi è già abbastanza ricco. Secondo lo Stockholm Environment Institute, lo 0,1% più ricco della popolazione mondiale ha emesso 10 volte più CO2 di tutto il resto del 10% più ricco messo insieme, superando un’impronta totale di 200 tonnellate di CO2 pro capite all’anno.
Le emissioni procapite sono quelle individuali, generate dall’energia elettrica che consumiamo ogni giorno, dal carburante bruciato per riscaldarsi, cucinare, lavarsi, muoversi in automobile o altro mezzo di trasporto personale, fino alle emissioni generate direttamente o indirettamente (quindi incorporate) dai beni e servizi di consumo quotidiani.
Ad esempio nei trasporti, gli studiosi hanno calcolato che circa il 90% della popolazione mondiale vola solo una volta all’anno o per niente, mentre circa il 6% vola più di due volte l’anno e solo l’1% vola più di cinque volte l’anno. Ne risulta che i passeggeri delle classi premium consumano tre volte più carburante rispetto ai passeggeri in economy.
I più ricchi, infatti, hanno mezzi finanziari e culturali per iniziare ad accelerare la transizione ecologica ed energetica verso le emissioni zero entro il 2050. Dai veicoli elettrici ai dispositivi della smart energy, dalle soluzioni di efficientamento energetico degli edifici (tra cui le fonti rinnovabili) ai materiali a basso o nullo impatto ambientale, quel 10% di emettitori mondiali più inquinante ha molti modi per cambiare il proprio stile di vita e per fare pressione politica su governanti e decisori politici.
Disuguaglianze interne anche tra i più ricchi
Le disuguaglianze interne sono ampie sia negli Stati Uniti che nell’Unione europea. In entrambi il decile superiore emette da tre a cinque volte di più dell’individuo medio e circa 16 volte di più del decile più povero. Il 10% più povero in paesi come Stati Uniti, Canada, Giappone e Corea emette ancora più dell’individuo medio globale.
In Cina, il decile più ricco emette ogni anno quasi 30 tonnellate di CO2 pro capite, mentre in India il decile più ricco emette appena 7 tonnellate di CO2 pro capite. Dopo un periodo di rapido sviluppo economico, il decile superiore della Cina ora emette il 30% in più rispetto a dieci anni fa.
Ne consegue che proprio il 10% più ricco al mondo deve agire ora e rapidamente per ridurre il proprio impatto ambientale. Non dobbiamo dire ad Africa e Asia cosa devono fare, dobbiamo agire noi per primi, hanno spiegato i ricercatori dell’IEA nelle conclusioni.
di Flavio Fabbri
Fonte: https://www.key4biz.it/co2-l1-piu-ricco-del-modo-produce-1-000-volte-piu-emissioni-dell1-piu-povero/436179/#:~:text=Secondo%20uno%20studio%20dellIEA,beni%20e%20sevizi%20di%20base