Il 15 maggio, per l’Italia è stato l’Overshoot day la giornata in cui si sono esaurite le risorse se il loro consumo avvenisse in modo sostenibile.
Da anni, il Global Footprint Network calcola l’Earth Overshoot day ovvero la data in cui la domanda dell’umanità di risorse e servizi ecologici in un dato anno supera ciò che la Terra può rigenerare in un anno. Per determinare la data dell’Earth Overshoot day per ogni anno, Global Footprint Network calcola il numero di giorni di quell’anno in cui la biocapacità della Terra è sufficiente a fornire l’impronta ecologica dell’umanità. Il resto dell’anno corrisponde al superamento globale. L’Earth Overshoot day viene calcolato dividendo la biocapacità del pianeta (la quantità di risorse ecologiche che la Terra è in grado di generare quell’anno), per l’impronta ecologica dell’umanità (la domanda dell’umanità per quell’anno) e moltiplicando per 365, il numero di giorni in un anno: Biocapacità della Terra/Impronta Ecologica dell’Umanità x 365 = Giorno del superamento della Terra
La media globale è impressionante: lo scorso anno l’Earth Overshoot day è stato il 28 luglio. Quest’anno si prevede che si verificherà ancora prima. Questa data cade ogni anno sempre prima. Segno che, al di là di tante belle parole, al di là degli sforzi e dei sacrifici chiesti alle persone, non si sta facendo nulla di concreto. Mezzo secolo fa, nel 1973, questa giornata cadeva giorno 1 dicembre! Da allora la situazione è peggiorata, anno dopo anno sempre di più.
Ma questa è la media globale. Se lo stesso calcolo viene effettuato paese per paese le date sono molto diverse. La performance peggiore spesso è quella dei paesi più sviluppati (ma anche maggiori consumatori di risorse). Lo scorso anno, per USA e Canada l’Overshoot day è caduto il 13 marzo. Per molti paesi scandinavi tra la fine di marzo e i primi di aprile. Germania e Francia rispettivamente 4 e 5 maggio.
Per l’Italia, lo scorso anno, l’Overshoot day è caduto il 15 maggio. Lo stesso giorno del 2023. Segno che, anche in Italia, le belle parole e le promesse verdi non sono servite a molto. Da ieri, in Italia, la domanda di risorse supera l’offerta. In altre parole, se tutti gli abitanti del pianeta conducessero lo stesso stile di vita degli italiani, non basterebbero 2,7 pianeti per vivere in modo sostenibile.
Tutti questi dati sono stati presentati ieri in una conferenza che si è svolta presso la Camera dei deputati, durante un evento intitolato Overshoot day: il futuro dei nostri figli, tutelare le risorse naturali del pianeta”. All’evento hanno partecipato Stefano Patuanelli, capogruppo M5S al Senato; Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera dei deputati; Francesco Sicilia, direttore generale di Unirima (Unione nazionale imprese recupero riciclo maceri); Mariangela Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia; Michelangelo Mecchia, direttore di Globetrotter 360 e alcuni studenti della Luiss.
A pesare di più sull’impronta ecologica sono il settore alimentare, con una percentuale di (31%) e i trasporti (con il 21%). Tornano in mente gli enormi sprechi di cibo di cui si è parlato tante volte ma senza mai risolvere nulla. Secondo le statistiche nazionali, vanno sprecati 67 kg di cibo per abitante ogni anno. Questo significa che basterebbe dimezzare questi sprechi per alzare l’Overshoot day di un paio di settimane. Alla radice del problema c’è un modello economico basato esclusivamente sulla crescita quantitativa: “Crescita della produzione, crescita dei consumi, crescita in generale dei flussi di materia ed energia utilizzati dalla nostra economia che hanno portato ad una conseguente crescita dell’impatto sull’ambiente”, ha sottolineato Alessandro Galli, senior scientist del Global footprint network. “Ci sono ampie opportunità di intervento per ridurre gli sprechi andando quindi a ridurre il nostro impatto sull’ambiente e ad incrementare l’equità sociale attraverso la re-distribuzione delle risorse. Un esempio su tutti: ogni anno si perdono o si sprecano circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo. Questo è circa un terzo del cibo prodotto per il consumo umano nel mondo; detto in un altro modo, quasi il 30% della superficie agricola mondiale è utilizzata ogni anno per coltivare cibo che finisce per essere sprecato (equivalente ad un valore di circa 1 trilione di euro). Secondo dati UNEP, lo spreco alimentare delle famiglie italiane corrisponde a circa 67 kg a persona (quasi 4 milioni di tonnellate totali se consideriamo che la popolazione italiana è di circa 60 milioni di persone). Ridurre questo spreco non peggiorerebbe affatto la qualità della nostra vita, ma permetterebbe di ridurre il nostro impatto – come italiani – sul pianeta terra, permettendo al contempo di reindirizzare questo cibo a molte delle persone che soffrono la fame (più di 800 milioni di persone)”.
Di questo in televisione e su internet, non si parla mai. Si preferisce tempestare le persone di spot “verdi”, di pubblicità che presentano i prodotti come eco-sostenibili anche quando non lo sono. Il cosiddetto “greenwashing”. Recentemente è stata presentata al Parlamento una proposta di legge per istituire una commissione d’inchiesta che permetta di evitare il greenwashing: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle pratiche commerciali scorrette in materia di sostenibilità ambientale di prodotti o servizi destinati al mercato e sui loro effetti sullo sviluppo del modello di economia circolare”. Lo scopo è proprio quello di tutelare i cittadini dalle pubblicità poco veritiere (per usare un eufemismo) sui prodotti.
Anche se se parla da poco, il greenwashing è una vera piaga. Spesso negli spot vengono inserite affermazioni ambientali generiche o prive di fondamento sulla sostenibilità di un prodotto. Il problema è già stato discusso anche dal Parlamento europeo: con 544 voti favorevoli, 18 contrari e 17 astensioni, è stata approvata una posizione negoziale su una nuova proposta di direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde. La giungla delle false dichiarazioni ambientali finirà, poiché saranno consentite solo le dichiarazioni ecologiche certificate e comprovate” ha dichiarato una delle proponenti, la socialdemocratica croata Biljana Borzan.
Intanto, in attesa che queste leggi sia quella nazionale che quella comunitaria possa avere effetti concreti, è significativo che nessun telegiornale nazionale abbia parlato dell’Overshoot day dell’Italia. Una “dimenticanza” che la dice lunga su cosa c’è da aspettarsi nel prossimo futuro.
Fonte https://www.lospessore.com/16/05/2023/la-giornata-del-debito-ecologico-litalia-e-il-suo-overshoot-day-2023/