È iniziato ieri a Parigi il secondo incontro per il Trattato ONU sull’inquinamento da Plastica. L’obiettivo dei negoziati è quello di sviluppare un Trattato globale per porre fine all’inquinamento da plastica, un problema mondiale, di salute umana e per l’ambiente.
Fino al 2 giugno, governi, imprese, scienziati e accademici, attivisti e rappresentanti delle ONG e dei giovani di tutto il mondo parteciperanno alla seconda riunione del Comitato Intergovernativo di Negoziazione (INC-2) a Parigi per sviluppare il Trattato globale per la plastica con l’obiettivo di porre fine all’inquinamento da plastica a livello planetario.
Come spiega il WWF, si tratta del secondo di cinque incontri negoziali programmatici che si svolgeranno entro i prossimi due anni. L’associazione “fa un appello ai governi perché sostengano i divieti globali e l’eliminazione graduale dei prodotti in plastica monouso “ad alto rischio e non necessari”, come ad esempio le posate di plastica, le sigarette elettroniche e le microplastiche nei cosmetici, insieme a controlli più stringenti per la gestione del fine vita dei prodotti di plastica, che incentivino ed efficientino il riuso, la raccolta e il riciclo”.
“Il nuovo Trattato – spiega il WWF – è un’occasione unica per porre fine all’inquinamento da plastica e la nostra opportunità per affrontare questa crisi nel modo corretto e più efficace”.
Verso un Trattato globale contro l’inquinamento da plastica
Lo scorso anno gli Stati membri delle Nazioni Unite all’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente hanno deciso all’unanimità di elaborare un Trattato giuridicamente vincolante per porre fine all’inquinamento da plastica. La risoluzione delinea lo sviluppo di un Trattato con regole e obblighi globali per tutto il ciclo di vita della plastica, responsabilizzando le nazioni, le aziende e la società nell’eliminazione dell’inquinamento da plastica.
La bozza iniziale del testo dovrebbe essere pubblicata entro la fine dell’anno, spiega il WWF.
Il WWF chiede che il Trattato affronti i problemi relativi a tutti i prodotti in plastica ad alto rischio (per la facilità con cui finiscono in ambiente e la presenza di sostanze chimiche potenzialmente tossiche), come gli oggetti monouso in plastica, le attrezzature da pesca perse o abbandonate (note come “ghost gear”, reti fantasma) e le microplastiche, fra gli inquinanti che più si trovano nei nostri oceani e che mettono a rischio la salute delle specie e quella umana.
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WWF: divieto immediato per la plastica ad alto rischio
Il punto è dunque quello di iniziare a intervenire fermando quei prodotti in plastica per i quali già ci sono alternative.
“Il WWF chiede che il Trattato includa anche il divieto immediato di produzione e vendita di quei prodotti in plastica a più alto rischio per i quali esistono già valide alternative anche dal punto di vista socioeconomico”, spiega l’associazione.
Per tutti quei prodotti per i quali invece non esistono ancora alternative praticabili su larga scala, il WWF chiede che venga fissato un periodo di eliminazione graduale, con una scadenza al 2035, per concedere ai governi e alle imprese il tempo di attuare nuove misure per adeguarsi, come i modelli di riutilizzo. Per i prodotti che invece non possono essere eliminati, il trattato deve introdurre misure di controllo per prevenire l’inquinamento, promuoverne la circolarità e una loro corretta gestione.
Fonte https://www.helpconsumatori.it/sviluppo-sostenibile/inquinamento-da-plastica-negoziati-per-un-trattato-globale/