La Cop28 approva i risarcimenti climatici ai paesi poveri

Il 30 novembre i partecipanti alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop28 di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, hanno approvato nel primo giorno di lavori il meccanismo di attuazione di un fondo per compensare le perdite e i danni dovuti al cambiamento climatico nei paesi più vulnerabili.

 

Lo stesso giorno l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) ha confermato che il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato.

 

Il primo importante passo avanti della Cop28 è stata l’adozione del meccanismo di attuazione del “fondo perdite e danni” che, riducendo le tensioni tra paesi ricchi e poveri, potrebbe favorire i negoziati sulla riduzione o l’eliminazione progressiva dei combustibili fossili.

 

Il fondo era stato approvato in via di principio alla Cop27 di Sharm el Sheikh, in Egitto, nel 2022.

 

“È un risultato storico”, ha dichiarato Sultan al Jaber, presidente della Cop28 e capo dell’Abu Dhabi national oil company (Adnoc), l’azienda petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti.

 

Resta da capire quanto denaro finirà nel fondo, che inizialmente sarà gestito dalla Banca mondiale. Tra i primi stanziamenti ci sono 225 milioni di euro dall’Unione europea, cento milioni di dollari dagli Emirati Arabi Uniti, dieci milioni di dollari dal Giappone, 17,5 milioni di dollari dagli Stati Uniti e quaranta milioni di sterline dal Regno Unito.

 

I paesi ricchi stanno cercando di coinvolgere anche stati come la Cina e l’Arabia Saudita.

 

La senegalese Madeleine Diouf Sarr, presidente del Gruppo dei 46 paesi meno sviluppati, ha salutato “un passo di enorme importanza per la giustizia climatica”.

 

“Ma un fondo vuoto non serve a niente”, ha aggiunto, ricordando che i danni dovuti al cambiamento climatico ammontano a centinaia di miliardi di dollari.

 

“Ci aspettiamo stanziamenti di miliardi di dollari, non milioni”, ha dichiarato Rachel Cleetus, del gruppo statunitense Union of concerned scientists (Ucs).

 

“Siamo appena all’inizio”, ha commentato l’Alleanza dei piccoli stati insulari (Aosis). “Non ci fermeremo finché il fondo non sarà stato finanziato adeguatamente, alleviando il peso che grava sulle comunità vulnerabili”.

 

Alla Cop28 sono state accreditate più di 97mila persone (delegazioni, mezzi d’informazione, ong, lobby, organizzatori, tecnici, ecc.), il doppio rispetto alla conferenza precedente. Tra il 3o novembre e il 12 dicembre sono attesi circa 180 capi di stato e di governo.

 

Papa Francesco, che ha dovuto annullare la visita per motivi di salute, ha invitato i partecipanti, in un messaggio pubblicato il 30 novembre sul social network X, “a pensare al bene comune piuttosto che agli interessi di pochi paesi o aziende”.

 

Più di 140 leader saliranno sul podio tra il 1 e il 2 dicembre, pronunciando brevi discorsi che dovrebbero dare impulso ai negoziati, che dureranno quasi due settimane.

 

In cima all’agenda c’è il futuro dei combustibili fossili (carbone, gas e petrolio), che sono i principali responsabili del riscaldamento globale e dell’aumento dei fenomeni meteorologici estremi.

 

Riduzione o eliminazione

 

Il mondo deve ridurre o eliminare gradualmente l’uso dei combustibili fossili, afferma la prima versione di una bozza di accordo, pubblicata il 1 dicembre, che sarà discussa dai negoziatori.

 

“I governi devono pianificare una riduzione/uscita graduale dai combustibili fossili”, si legge nel documento, messo a punto dal Regno Unito e da Singapore.

 

I negoziatori dovranno decidere se usare il termine “riduzione” o quello ben più ambizioso di “eliminazione”.

 

Al Jaber è finito al centro delle polemiche dopo che la Bbc e i giornalisti del Centre for climate reporting (Ccr) l’hanno accusato di aver approfittato del suo ruolo per negoziare accordi in materia di combustibili fossili durante le riunioni preparatorie della Cop28.

 

“Il presidente della Cop28 sarà giudicato per i risultati che riuscirà a ottenere”, ha dichiarato Jennifer Morgan, inviata della Germania per il clima.

 

Simon Stiell, responsabile della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, ha affermato: “Se non chiudiamo rapidamente l’era dei combustibili fossili, andremo incontro al nostro destino finale”.

 

Fonte https://www.internazionale.it/ultime-notizie/2023/12/01/cop28-fondo-perdite-danni