Italia-Germania, sulle rinnovabili perdiamo ancora 3-0 ma ci sono segni di vitalità

La prima e la seconda potenza industriale d’Europa, rispettivamente la Germania e l’Italia, pur con tutte le difficoltà che frenano il comparto manifatturiero in entrambi i Paesi, stanno affrontando la transizione ecologica con piglio molto diverso.

 

Dopo aver ridotto le emissioni climalteranti del 42% nel periodo 1990-2022, nel corso dell’ultimo anno la Germania ha spinto con forza sull’acceleratore delle fonti rinnovabili, installando nuovi impianti per 17 GW. Come risultato, nel Paese per la prima volta le rinnovabili hanno superato la soglia psicologica del 50% di produzione elettrica, arrivando al 57,1%.

 

A valle di una performance inferiore alla media Ue per quanto riguarda il taglio delle emissioni di CO2 nel 1990-2022 (-25% vs -32%), l’Italia nell’ultimo anno ha ricavato dalle rinnovabili il 43,8% della produzione netta di elettricità, abbondantemente sotto al dato tedesco.

 

Al contempo resta imbarazzante il divario sulla potenza installata: 5,7 GW di nuovi impianti rinnovabili sono entrati in esercizio in Italia nel corso del 2023 – avrebbero dovuto essere 12 per rispettare la tabella di marcia della decarbonizzazione –, ovvero tre volte meno della Germania.

 

Eppure il gap inizia a mostrare timidi segnali di chiusura: dal 2022 al 2023 le installazioni tedesche di nuovi impianti rinnovabili sono cresciute del 12%, mentre quelle italiane dell’87%.

 

Com’è evidente, il lavoro da fare su questo fronte resta comunque enorme. Non a caso l’associazione ambientalista Kyoto club ha organizzato oggi a Roma il convegno “Le rinnovabili fanno bene all’Italia”, per condividere l’esperienza tedesca, ascoltare la posizione del Governo e dei rappresentanti dei principali gruppi politici italiani, oltre che per presentare le proposte delle aziende e degli enti locali associati proprio al Kyoto club.

 

In particolare, il gruppo di lavoro “Fonti energetiche rinnovabili” dell’associazione ha presentato le proposte in riferimento all’iter parlamentare del “Decreto energia” (convertito ieri in legge dal Senato) e alla revisione, da completare entro il prossimo 30 giugno, del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec).

 

«La potenza rinnovabile nel mondo è cresciuta del 50% nel 2023, raggiungendo 500 GW. Un vero boom, che ha visto anche un risveglio dell’Italia – argomenta Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto club – Nel nostro paese le energie pulite, con 5,2 GW solari e 0,4 GW eolici installati lo scorso anno, riacquistano un ruolo significativo nelle scelte energetiche. L’accelerazione delle rinnovabili sarà, infatti, decisiva nella lotta al cambiamento climatico, utilissima nel ridurre la dipendenza dalle importazioni di metano, importante per la creazione di posti di lavoro».

 

Concorde l’ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia, Hans-Dieter Lucas, presente al convegno: «Le rinnovabili danno un contributo decisivo per una maggiore sicurezza e libertà in tutta l’Europa. Ci sono già da tempo idee e soluzioni innovative per il successo della transizione verde. Ora sta a noi incidere attivamente sulla transizione verde. Essendo grandi emettitori di CO2 non è solo una nostra responsabilità: come principali nazioni industriali dell’Europa è anche un nostro interesse. Pertanto, dobbiamo svolgere un ruolo guida nell’imminente trasformazione».

 

Fonte https://greenreport.it/news/economia-ecologica/italia-germania-sulle-rinnovabili-perdiamo-ancora-3-0-ma-ci-sono-segni-di-vitalita/