Clima, nel 2023 +1,45 °C oltre la media dei livelli preindustriali

A lanciare l’allarme è l’ultimo rapporto della World meterological organization. Gas serra, riscaldamento delle acque, fusione dei ghiacciai, temperatura delle acque superficiali. Per la Segretaria Celeste Saulo “Il rapporto ha dato un nuovo significato inquietante al concetto di “fuori scala”

 

Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato al mondo da quando ci sono rilevazioni scientifiche, con una temperatura media di 1,45 gradi centigradi oltre la media dei livelli preindustriali.

 

Lo rende noto il nuovo rapporto dell’Organizzazione meteorologica internazionale (Wmo), “State of the Global Climate 2023”, pubblicato alla vigilia della primavera e a pochi giorni dal World Meteorological Day del 23 marzo.

 

Presentando il rapporto, il segretario generale dell’Onu António Guterres ha detto che “Le sirene di allarme risuonano su tutti i principali indicatori metereologici. E i cambiamenti stanno accelerando”.  La Segretaria generale della Wmo, Celeste Saulo, ha avvertito che “Non siamo mai stati così al limite inferiore di 1,5° C previsto dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. La comunità WMO sta lanciando l’allarme rosso. Il cambiamento climatico non riguarda solo le temperature. Quello a cui abbiamo assistito nel 2023, in particolare con le temperature senza precedenti dell’oceano, il ritiro dei ghiacciai e la perdita del ghiaccio marino antartico, è motivo di particolare preoccupazione. Per noi il rapporto ha dato un nuovo significato inquietante al concetto di “fuori scala”.

 

I dati

Il 2023 quindi è stato l’anno più caldo nei 174 anni di dati osservativi, infrangendo il record dei precedenti anni più caldi: il 2016 (con 1,29° C sopra la media) dei livelli preindustriali e il 2020 (con 1,27 ° C). La temperatura media globale del decennio 2014-2023 è stata di 1,20°C superiore alla media del periodo 1850-1900.  A livello globale, ogni mese da giugno a dicembre nel 2023 ha registrato temperature record, con il mese di settembre particolarmente degno di nota.

 

I livelli di CO2 sono stati più alti del 50% rispetto all’era preindustriale, continuando a intrappolare il calore nell’atmosfera. La lunga durata della CO2 significa che le temperature continueranno ad aumentare ancora per molti anni.

 

L’oceano ha registrato globalmente una copertura media giornaliera delle ondate di caldo marino pari al 32%, ben al di sopra del precedente record del 23% del 2016. La Wmo ricorda che “Ondate di caldo marino più frequenti e intense hanno profonde ripercussioni negative sugli ecosistemi marini e sulle barriere coralline”. In Europa, tutto il Mar Mediterraneo ha subito gravi ondate di caldo marino per il 12esimo anno consecutivo mentre il nord Atlantico ha subito gravi ondate di caldo marino, con temperature di 3° C superiori alla media. A livello globale poi, l’acidificazione degli oceani è aumentata a causa dell’assorbimento di anidride carbonica e il tasso di innalzamento medio globale del livello del mare negli ultimi dieci anni (2014-2023) è stato più del doppio del tasso di innalzamento del livello del mare nel primo decennio dei dati satellitari (1993-2002).

 

Anche per la criosfera il 2023 è stato un anno funesto. I ghiacciai delle Alpi europee hanno vissuto una stagione di fusione estrema. In Svizzera negli ultimi due anni i ghiacciai hanno perso circa il 10% del loro volume residuo. E, sempre nel 2023, anche l’America del Nord occidentale ha subito una perdita record di massa di ghiacciai, a un tasso 5 volte superiore a quello misurato per il periodo 2000-2019.

 

L’estensione del ghiaccio marino antartico ha raggiunto il minimo record assoluto per l’era satellitare (dal 1979) ed è rimasta al minimo storico per il periodo da giugno fino all’inizio di novembre anche quella del ghiaccio marino artico è rimasta ben al di sotto della norma.

 

Gli eventi meteorologici e climatici estremi – grandi inondazioni, cicloni tropicali, caldo estremo e siccità e incendi boschivi – hanno avuto ovunque importanti impatti socioeconomici. E hanno continuato a provocare sfollamenti, dimostrando come gli shock climatici minino la sopravvivenza delle popolazioni più vulnerabili.

 

C’è però un barlume di speranza. Rinnovabile. Nel 2023, le aggiunte di capacità rinnovabile sono aumentate di quasi il 50% rispetto al 2022, per un totale di 510 gigawatt (GW) – il tasso più alto osservato negli ultimi due decenni.

 

Fonte https://www.lanuovaecologia.it/rapporto-clima-2023-epoca-preindustriale-world-meteorological-organization/