Con un position paper redatto congiuntamente, Kyoto Club e Legambiente delineano il contesto complessivo del patrimonio edilizio del nostro Paese e sviluppano una riflessione sulla necessità di recepire a livello nazionale la Direttiva “Case Green” approvata definitivamente dall’Unione europea. Si tratta di “un tassello fondamentale del Green Deal europeo” – scrivono le due associazioni ambientaliste. “La normativa mira a promuovere gli interventi di efficienza energetica nel settore edilizio, che nel nostro Paese costituisce ancora il 20% delle emissioni nazionali legate all’energia. Un passaggio obbligatorio se vogliamo raggiungere i target europei di riduzione delle emissioni al 2030 e al 2050 e contrastare la povertà energetica che tutt’oggi affligge milioni di famiglie”.
Ricordando che entro il 2030 è previsto lo stop alle installazioni di caldaie a gas, Kyoto Club e Legambiente ribadiscono anche che “secondo i dati della Commissione, gli edifici del Vecchio continente sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all’energia rispetto al consumo e alle emissioni totali. Questi numeri sostengono sostanzialmente la scelta, proposta a livello comunitario, di incoraggiare il percorso con la strategia ‘ondata di ristrutturazioni’, pubblicata nell’ottobre 2020, che prevede misure concrete di regolamentazione, finanziamento e sostegno volte come minimo a raddoppiare il tasso annuo di ristrutturazione energetica entro il 2030 e a incoraggiare la deep renovation”.
Nel documento si specifica che “almeno il 55% della riduzione del consumo di energia primaria” debba essere raggiunto tramite la ristrutturazione degli “edifici residenziali con le peggiori prestazioni” ossia quelli che “rientrano nel 43% dei casi con le prestazioni energetiche più basse del patrimonio edilizio nazionale”, ovvero oltre cinque milioni di costruzioni.
L’Italia, scrivono Kyoto Club e Legambiente, “può trarre beneficio da una strategia di deep renovation del proprio costruito sia da un punto di vista della riduzione delle emissioni che dall’abbattimento dei costi energetici delle bollette e dal crollo della povertà energetica. Ed è proprio in quest’ottica che la revisione della EPBD può supportare il Paese nella definizione degli obiettivi intermedi e delle azioni strategiche da intraprendere”.
Tra le proposte avanzate nel documento c’è l’introduzione di una struttura di incentivi differenziata in base al reddito, la possibilità della cessione del credito e dello sconto in fattura per i redditi medio-bassi, l’istituzione di un fondo per le famiglie in povertà energetica, lo stop alle installazioni di caldaie fossili al 2030 e l’adozione di politiche Whole Life Carbon che tengano conto della riduzione delle emissioni operative ed incorporate.
“È fondamentale – dichiara Giacomo Pellini, responsabile comunicazione di Kyoto Club – che il Governo ed il Parlamento italiani recepiscano quanto prima la revisione della Direttiva Epbd nell’ordinamento legislativo per avviare la riqualificazione del nostro patrimonio edilizio, vetusto ed inefficiente, e sostenere le oltre due milioni di famiglie che vivono ancora in uno status di povertà energetica”.
Fonte https://www.themapreport.com/2024/04/17/direttiva-case-green-per-kyoto-club-e-legambiente-e-un-passo-importante-del-green-deal-europeo/