Almeno 227 persone sono state uccise e quasi 2 milioni sono rimaste senza elettricità a causa dell'uragano Helene che ha colpito in modo particolare la Georgia, la Carolina del Nord e del Sud occidentale, il Tennessee orientale e la Virginia meridionale. Solo 5 giorni dopo è arrivato Milton: uno dei più rapidi di sempre a passare da tempesta tropicale e a uragano categoria 5, e ora sta devastando la Florida.
La scienza ormai ha ampiamente dimostrato il legame tra l'intensificarsi degli eventi climatici estremi e il riscaldamento globale. Ieri il World Weather Attribution, un progetto di ricerca coordinato dall'Imperial college di Londra, ha diffuso uno studio che mostra dati rilevanti: un uragano come Helene è oggi due volte e mezzo più probabile a causa dell'aumento delle temperature dell'atmosfera e dell'oceano.
Il cambiamento climatico, causato dalle emissioni di gas serra, ha reso tra 200 e 500 volte più probabili le ricorrenze delle temperature registrate in questi ultimi mesi nel Golfo del Messico. Questa settimana le temperature della superficie del mare hanno raggiunto circa 88 gradi Fahrenheit (31 gradi Celsius). Non solo il Golfo aveva una temperatura particolarmente alta, ma l'acqua calda era anche molto più profonda del solito.
In genere non fa così caldo in questo periodo dell'anno. La temperatura della superficie del mare sono di 2 ° C al di sopra della media del lungo periodo, e ogni frazione di grado è rilevante quando si tratta di disastri legati al clima. Più energia termica significa un potenziale per tempeste più forti.
Gli scienziati del World Weather Attribution hanno studiato i tassi di pioggia per due giorni lungo la costa della Florida, dove Helene ha colpito per la prima volta, e hanno valutato i tassi di pioggia di tre giorni nelle montagne di sei stati vicini, tra cui la Carolina del Nord e il Tennessee.
Secondo lo studio, il tempo di “ripetibilità” di un evento come l'uragano Helene è passato da 130 a 53 anni. Il cambiamento climatico ha anche reso Helene il 10% più piovoso e ha rafforzato di 21 km/h la forza dei suoi venti, ossia dell'11%.
"Abbiamo tutto il corpo completo della ricerca che mostra questa connessione molto chiara" tra il cambiamento climatico e l'intensità degli uragani, ha detto Friederike Otto, scienziata del clima presso l'Imperial College di Londra, che ha contribuito alla nuova ricerca. "Il pericolo più grande è quello di non fare il collegamento con il cambiamento climatico".
Gli scienziati del World Weather Attribution hanno eseguito in queste ore nuovamente la ricerca, ma prendendo in esame l'uragano Milton, è atteso dunque un nuovo rapporto.
Fonte https://www.rainews.it/articoli/2024/10/il-cambiamento-climatico-rende-25-volte-piu-probabili-gli-uragani-come-helene-e-milton-714ece1c-fd21-4b66-b907-0087203c4921.html